1985 il meteo gelido, il ritorno nel 2022. Le risposte e possibilità di una replica. Video, foto e mappe
Il grande gelo 1985 avvenne ormai quasi 38 anni fa, e i tempi di ritorno di simili eventi meteo, sono tra i 30 ed i 40 anni.
Ormai sempre più centri meteo internazionali prospettano previsioni nel lungo termine che indicano una tendenza che non vedevamo addirittura dal lontano 1984, periodo ormai noto per essere di un’altra “Era climatica” se dovessimo fare paragoni con i nostri tempi. Gli studiosi dicono che il clima non è così cambiato da riproporre eventi meteo estremi, per noi quindi come quello del gennaio 1985.
A seguito di un’ondata di gelo straordinaria che si ebbe nel Texas, con danni ingentissimi anche alle condutture dell’acqua che scoppiarono per le basse temperature, gli studiosi svolsero diverse ricerche per individuare il motivo di un evento meteo così eccezionale nonostante i cambiamenti climatici che stanno determinando un aumento della temperatura globale.
Lo studio condotto da più università e centri di ricerca climatica dimostra che con l’aumento della temperatura globale avremo un’accentuazione di intensità delle ondate di gelo, anche se complessivamente la temperatura sarà sopra la media nel lungo termine. Una proiezione che già oltre una decina d’anni fa fu diffusa da un documentario della BBC. Ma poi non se ne parlò, anche perché prevale la teoria del riscaldamento globale, e generalmente chi parla della possibilità di ondate di freddo record viene additato come un non allineato la scienza. Il riscaldamento globale, beninteso, c’è come, ma non esclude la possibilità di ondate di gelo record.
Fu eclatante della dichiarazione dell’allora presidente americano Trump, quando il Nord America si trovava sotto una poderosa ondata di gelo, che dichiarò falsità la teoria dei cambiamenti climatici che vedevano un aumento della temperatura globale. Schierandosi a questo punto con i no Global Warming. Tanto che gli Stati Uniti uscirono dagli accordi internazionali per la riduzione di quelli che sono chiamati gas serra e che sono i maggiori responsabili rapido cambiamento climatico.
Per meglio intenderci, avremo temperature per lunghi periodi sopra la media, ma poi improvvisi periodi di gran freddo con il rischio che questi assumono intensità eccezionale, se non addirittura record. E di questo ci sono, soprattutto laddove le ondate di gelo hanno causato maggiori danni, le più ampie ricerche climatiche con una marea di dati che confutano questo lo schema climatico di comportamento. E parliamo specialmente degli Stati Uniti d’America.
Alcuni studi hanno fatto cenno a eventi meteo estremi avvenuti in Europa, come quello dell’ondata di freddo in Spagna di due anni fa, e quello della Grecia appena nello scorso inverno. Tali fenomeni bloccarono la circolazione di due importanti metropoli, Atene in Grecia e Madrid in Spagna.
Da ormai due decenni conviviamo con straordinari cambiamenti climatici, eventi meteo estremi che risultano più fitti se confrontati con il passato.
In questi giorni vi abbiamo parlato diffusamente di ondate di gelo di dicembre, ma facendo anche cenno quelle della prima parte di gennaio. D’altronde gran freddo giunto nel 1985 avvenne a gennaio, con un gelo che potremmo definire noi italiani siderale, anche perché si toccarono temperature veramente molto basse, oltre che si ebbero tempeste di neve.
Del lontano 1985 ci sono molte testimonianze, e osservando la configurazione delle correnti generali atmosferiche, non avvenne niente di così straordinario e non replicabile anche ai giorni d’oggi. Quel fenomeno non ebbe una durata paragonabile, ad esempio come quello del 1956, in febbraio. Oppure come quelli che si ripeterono tra gennaio e febbraio del 1929. L’ondata di gelo 1985 è ricordata sia per le basse temperature che ci sono state, ma soprattutto perché a fine evento super gelido, le regioni settentrionali furono investite da una nevicata eccezionale, battezzata la nevicata del secolo.
In altre ondate di freddo, varie località italiane hanno raggiunto maggiori record di temperatura rispetto al 1985. A mio giudizio, questo significa che le ondate di freddo possono essere ancora e di nuovo record, questo a prescindere di quel fenomeno che avvenne nel 1985, che non può ripetersi in modo uguale, anche perché il tempo non si ripete.
Ma il clima è pesantemente cambiato, non neghiamo. Soprattutto vorremmo che non vi siano equivoci, innanzitutto perché nessuno di noi è in grado di conoscere se avremo in Italia ondate di gelo quest’inverno, ciò nonostante vi possano essere una serie di coincidenze favorevoli.
Non sappiamo, se vi saranno, e ancor meno la loro intensità. Ora come ora possiamo osservare ciò che succede su scala emisferica, e di questo ne abbiamo parlato perché la situazione è abbastanza complessa, e non la vedevamo da molti anni.
Nessuno può negarci la possibilità di fare delle congetture, anche perché eminenti scienziati e studiosi del clima, oltre che dell’evoluzione meteo climatica stagionale, pubblicano quotidianamente aggiornamenti su questo tema, prospettando il rischio di grande freddo durante la stagione invernale. Però nessuno osa dire che avremo un inverno più rigido rispetto alla media, quantomeno l’Europa.
In questi giorni ci siamo chiesti anche se un evento meteo estremo come quello del 1985 ci troverebbe impreparati. La nostra risposta è stata sì, probabilmente abbiamo a disposizione molti più strumenti per affrontarla, però quest’anno stiamo vivendo anche una grave crisi energetica, il che non è poco per quanto concerne il riscaldamento delle abitazioni e dei luoghi di lavoro.
I fatti però sono reali: la configurazione delle correnti generali previste alla quota di 500 hPa, che poi hanno una marcata influenza anche al suolo, prospettano un’anomalia climatica, con un precoce scorrere del vento in quota da est sull’Europa. Questo in realtà sta già venendo, e di ciò ne ho parlato almeno una settimana fa. È una situazione supportata dall’espandersi di un eccezionale anticiclone termico, che d’inverno è gelido, e che si estende dalla Siberia verso la Russia europea.
In questo periodo dell’anno, una siffatta configurazione favorirebbe un’anomalia fredda diffusa e di lunga durata sul continente europeo. E i modelli matematici mensili iniziano a prospettare questa tendenza, ma noi nel Mar Mediterraneo abbiamo anche un’aggravante con le calde acque che producono nubi e precipitazioni, tanto che per il mese di dicembre anche quello di gennaio, i modelli matematici propongono precipitazioni sopra la media.
E se la temperatura tenderà a scendere avremo il rischio di avere molta neve, questo a partire dalle montagne e dal Nord Italia a quote sempre più basse.
Il raffreddamento dell’Europa attualmente è già in atto, lo abbiamo dimostrato con varie proiezioni cartografiche, anche con delle analisi della temperatura attuale. Il gelo, ad esempio ha invaso l’Europa centrale, da qualche giorno la Germania è sottozero e ci sono delle blande nevicate. Il freddo ha raggiunto le Isole Britanniche dove si è vista anche la neve.
Quella che era una previsione proposta una settimana fa si sta concretizzando; perciò, le previsioni sembrano essere abbastanza attendibili. La maggior difficoltà è però capire quando l’Italia potrebbe essere coinvolta da periodi molto rigidi. Ci sono alcune ipotesi che vedrebbero l’arrivo dell’aria fredda nella settimana di Natale, con il rischio addirittura di un bianco Natale in varie località. Ma chissà se poi ciò si realizzerà.
L’evoluzione del freddo sull’Italia è sempre complessa, inizialmente è molto teorica, anche se vista da super calcolatori. E noi preferiamo attendere conferme.
Nel 1984, in Italia i primi rigori di rigidi si presentarono con normali ondate d’aria fredda, soprattutto nella terza decade di dicembre. Ci furono numerose perturbazioni che scivolarono nel Mediterraneo occidentale e centrale, apportando neve abbondante sui rilievi tra la Sardegna, la Sicilia e la Penisola. Assai meno nelle Alpi, dove il maltempo era più rarefatto, anche se in alcune fasi piuttosto accentuato.
Nessuno poteva immaginare cosa sarebbe accaduto nel dopo Capodanno, e in special modo dopo L’Epifania, quando si ebbe una straordinaria ondata di gelo già citata qui varie volte. In tale circostanza, all’aria fredda dalla Russia, si interponeva il passaggio di perturbazioni mediterranee che arrecavano forti nevicate in pianura nella Penisola e la Sardegna.
L’ondata di gelo del 1985 fu attribuita a un forte riscaldamento della stratosfera che poi ebbe come conseguenza naturale uno sconquasso del vortice polare, e poi anche un’attenuazione delle correnti oceaniche verso l’Europa che consentirono l’aria fredda della Siberia di riversarsi in maniera massiccia verso ovest, procurando un freddo siderale soprattutto nella parte centrale del nostro continente. Il freddo toccò l’Italia, e solo in alcune località si raggiunsero temperature rigidissime. Però la neve cade anche sulle coste.
Tutte le ondate di freddo maggiori, dal lato pratico e in ambito locale sono sempre difficilmente prevedibili, e lo scriviamo quasi sempre. Mentre risulta essere più attendibile l’osservazione delle linee generali delle correnti su vasta scala.
Insomma, in questo scorcio di dicembre abbiamo una tendenza meteo meteoclimatica dinamica, da analizzare progressivamente con i nuovi dati che saranno diffusi dai modelli matematici di previsione. Il nostro impegno sarà quello di tenervi aggiornati.
Fonte meteogiornale