Meteo: nord situazione DRAMMATICA. Secco come FERRAGOSTO

Meteo nord 2022

Meteo nord: né acqua né neve dall’8 dicembre, allarme anche per l’agricoltura. A Torino spuntano isolotti di fango in mezzo al letto del fiume

TORINO – Eccolo lì il letto del fiume, con i suoi sassi ma anche i suoi rifiuti, depositati sul fondo e scoperti dall’acqua che si è ritirata. Sembrano immagini ferragostane quelle che si scattano in questi giorni lungo i Murazzi del Po, se non fosse per i giacconi ancora pesanti di chi passeggia, con un occhio al cielo terso e un altro al fiume che si restringe ogni giorno di più. A Torino sono ogni giorno più numerosi gli isolotti in secca – nel Po, ma anche nella Dora – creati dall’assenza di piogge, che dura oramai dall’8 dicembre: 8 settimane, 57 giorni per l’esattezza. E non ci sono nuvoloni all’orizzonte che facciano pensare a una vicina inversione di rotta.

METEO, SICCITA’ ESTREMA AL NORD SPECIE SUL SETTORE OCCIDENTALE

Tutto il Nord è colpito dalla siccità. La crisi idrica attraversa Lombardia ed Emilia Romagna dove, tra l’altro, l’acquedotto di Ferrara si alimenta in parte con le acque del Po. Ma al momento è soprattutto il Piemonte a segnare il record negativo: nell’alto Po, vicino alla sorgente, l’ultimo bollettino idrogeologico dell’Arpa segna – 99,8% di scarto rispetto alla media storica della portata d’acqua negli ultimi 65 anni. E non è una situazione isolata, altrove va poco meglio se la media complessiva della rete idrica piemontese si assesta a – 92%. Tutti gli indicatori descrivono un quadro impietoso.

PORTATA DEL PO

La portata media del Po in centro a Torino è di appena 30 metri cubi al secondo, contro i 50,4 di un anno fa. A Isola Sant’Antonio (Alessandria) si registrano 152 metri cubi al secondo, un anno fa erano 547, all’inizio di agosto scorso 335. Una situazione critica ma che potrebbe diventare di “siccità estrema” se continuasse a non cadere una goccia d’acqua. “Dobbiamo fare i conti con cambiamenti climatici che acuiscono gli estremi: siccità e alluvioni – spiega l’assessore del Piemonte alla difesa del suolo, Marco Gabusi – Occorrono nuove politiche di azione poiché quelli che prima erano fenomeni estemporanei ora stanno diventando la regola”.

Reggio Emilia. La siccità ha causato l’emersione di una chiatta risalente alla Seconda guerra mondiale  (foto: Roberto Brancolini) (fotogramma)

SITUAZIONE BLOCCATA, CI ATTENDONO MESI DIFFICILI?

Tuttavia il problema è anche più serio rispetto a quello che si vede. “Altre volte in questo periodo ci sono stati livelli di siccità anche peggiori, ma quest’anno preoccupa l’assenza di una copertura di neve che possa garantire in primavera un apporto d’acqua”, spiega Gianluca Zanichelli, dirigente dell’Aipo, l’agenzia interregionale del Po. E, visto che il foehn sta sciogliendo la poca neve che resta, a questo punto bisogna solo sperare nella pioggia primaverile. “La nostra riserva d’acqua si accumula solitamente nei prossimi mesi – dce Angelo Robotto, direttore dell’Arpa del Piemonte – quindi sarà il mese di febbraio determinante per capire gli scenari futuri”.

METEO NORD TUTTO SECCO COME FERRAGOSTO 2022

Nel frattempo chi vive del lavoro nei campi è già in allarme: “La siccità – rileva la Coldiretti – è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura, con un danno stimato in media in un miliardo di euro all’anno”. E già si sta pensando a soluzioni per combattere l’emergenza, contingentando la portata dei canali irrigui e scaricando in maniera controllata acqua dagli invasi di montagna e dai laghi.
Tuttavia quest’anno anche i bacini soffrono delle scarse precipitazioni. “Al momento le nostre centrali idroelettriche non hanno problemi, né quelle che abbiamo a La Loggia e San Mauro lungo il Po, né quelle sui laghi di montagna – fanno sapere da Iren – Tuttavia se il clima secco persiste potrebbero esserci delle conseguenze durante la stagione estiva”.

INQUINAMENTO NELL’ACQUA

Un’altra preoccupazione è per i livelli di inquinanti nell’acqua. Quando si riduce la portata del fiume, la concentrazione di metalli pesanti e di altre sostanze nocive aumenta, con potenziali rischi per la salute: “L’Arpa tiene sotto controllo l’inquinamento delle acque, non solo in fiumi e torrenti ma anche nelle falde – conclude Robotto – Ma non si deve fare allarmismo perché l’acqua viene depurata e perché il fiume si sa rigenerare da solo”.
F.Cravero per Repubblica
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