Meteo: inverno 2022 e 2023 con la Nina. UFFICIALE! Ed ora cosa succederà?

La National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA)aveva previsto e conferma, che con una probabilità del 91% avremo un inverno caratterizzato da La Niña in tutto il nostro Emisfero.

La domanda che si fanno in tanti che seguono l’argomento è, cosa significa questo per l’inverno italiano? Nevicherà in pianura? E in Appennino, ma soprattutto nelle Alpi?

Abbiamo raccolto varie opinioni di esperti europei e americani, poi concentrandoci su un’ampia area geografica come l’Europa, compresa la Russia ad ovest degli Urali, per scalare la ricerca all’Italia, al fine di stimare come potrebbe essere l’inverno 2022-2023.

 

I primi segnali vengono diffusamente indicati come molto promettenti per una stagione più nella media, quindi meno anomala, rispetto a quella passata.

 

Siamo ormai all’inizio dell’autunno, i vari esperti osservano l’Oceano Pacifico alla ricerca dei primi segni di un inverno con La Niña.

 

Il fenomeno La Niña, come più volte descritto, è un andamento meteo marino che vede le temperature della superficie del mare inferiori alla media nell’Oceano Pacifico equatoriale, quello centrale e centro-orientale.

Per definizione dovrebbe favorire abbondanti nevicate sulle Alpi. Però, la previsione si complica, e ne parleremo più avanti.

 

Pertanto, il recente annuncio di avere la probabilità del 91% di un inverno contraddistinto con La Niña vedrebbe previsioni meteo climatiche, per intenderci, stagionali, favorevoli ad avere una normalità per la temperatura soprattutto in Italia, dove sono previsti anche ampi periodi di precipitazioni sopra la media.

 

Una domanda che viene spontanea è, come si prevede un inverno a La Niña? Ebbene, ad agosto il NOAA ha riportato temperature della superficie del mare inferiori alla media nell’Oceano Pacifico equatoriale centrale e centro-orientale. È stato anche un mese secco per la convezione e le precipitazioni soppresse sul Pacifico tropicale occidentale e centrale. Questa combinazione di fattori è un’indicazione primaria che La Niña è in avvio. Il fenomeno avrà pertanto un grande impatto sulle previsioni meteorologiche a lungo termine dell’Europa per l’inverno 2022-23.

 

Dopo aver raccolto i dati atmosferici, il NOAA ha concluso sostenendo che La Niña viene prevista continuare nella sua influenza nell’emisfero settentrionale anche nell’inverno 2022-23, con una probabilità del 91% in settembre-novembre, ma in calo a una probabilità del 54% in gennaio-marzo 2023.

 

El Niño e La Niña hanno il loro maggiore impatto sul clima globale durante l’inverno nell’emisfero settentrionale. La presenza di La Niña ha un enorme effetto a catena sulle previsioni meteorologiche a lungo termine nell’Europa per l’inverno. Durante molti inverni con La Niña, le Alpi hanno visto quantità record di nevicate. Ma qualcosa può andare storto, e alterare l’influenza di La Niña.

 

Un’altra domanda è, come possono fenomeni così distanti come La Niña o El Niño avere un effetto sulle nevicate nelle Alpi.

 

La Niña è un fenomeno legato all’atmosfera marina ed è l’opposto più freddo di El Niño. Come El Niño, La Niña causa cambiamenti climatici in tutto il mondo. Notate bene, non sono cambiamenti climatici dovuti al Global Warming, anche se quest’ultimo sta notevolmente modificando i due fenomeni, bensì fluttuazioni naturali del clima in lassi di tempo brevi.

 

Orbene, passiamo ad una spiegazione un po’ più tecnica e noiosa. Gli Alisei tropicali costanti e persistenti soffiano verso e lungo l’Equatore in entrambi gli Emisferi (considerate pure che la linea di Equatore e Tropici si sposta d’inverno verso sud).

 

Durante un ciclo di La Niña, i forti venti orientali influenzano le correnti di superficie oceaniche, con il risultato che le acque superficiali più calde vengono spinte da est a ovest. Poi le acque più profonde e più fredde le sostituiscono. La più fredda acqua superficiale si sposta quindi dalla costa sudamericana al Pacifico tropicale. Si traduce in una diminuzione generale dell’umidità e delle precipitazioni nelle parti costiere del Nord e del Sud America.

 

Ed in Europa?

 

Naturalmente un fenomeno ampio come questo ha un impatto enorme sulle condizioni meteorologiche globali. La Niña di solito porta in Europa gli inverni più freddi. Ma questo dipende da quando La Niña è del tipo CP (Pacifico centrale) e quando in EP (Pacifico orientale).

La Niña in EP porterà gradualmente aria più calda, temperature più miti e anche meno precipitazioni in Europa.

 

Attualmente, è prevista La Niña in CP, ma attenzione, forse nel fine inverno del nostro Emisfero, potrebbe passare a EP.

 

Ma ci sono altri fattori che influenzano le previsioni meteoclimatiche per l’Europa. Innanzitutto, la visione descritta esprime una teoria scientifica, pertanto una probabilità. Ben sappiamo che prevedere le condizioni meteo con così tanto anticipo è impossibile.

 

Oltretutto, è ancor più difficile prevedere le nevicate, e ancor più in determinate regioni. Per dire, neve abbondante a nord delle Alpi equivale quasi sembra a poca neve a sud (versante italiano) e viceversa.

Le previsioni meteo sono aggiornate giorno dopo giorno. Inoltre, molti altri fattori potrebbero attenuare l’effetto del fenomeno La Niña.

 

In Europa è sotto esame l’Anticiclone delle Azzorre e Bahamas che d’estate si localizza in Oceano Atlantico, favorendo le note masse d’aria africane verso il Mediterraneo e ampie aree dell’Europa. D’inverno, la struttura anticiclonica, con l’indebolimento dell’anticiclone africano, si espande in Europa, contrastando il flusso delle perturbazioni oceaniche, e riducendo anche sensibilmente le precipitazioni. E tale tendenza viene espressa come probabile per amplissimi periodi di questo autunno ed inverno. Ma in Italia dovremmo avere l’influenza del Mediterraneo, e non solo.

 

L’Anticiclone delle Azzorre e Bahamas ha un’influenza molto marcata sul clima europeo, la sua anomalia invernale è troppo recente per determinarne i cicli vitali. In Spagna si spendono notevoli risorse per studiare il fenomeno in quanto ha ridotto del 30%, come media nazionale, le precipitazioni annue dell’ultimo decennio.

 

L’Italia ottiene notevoli benefici dalle acque del Mediterraneo che generano aree perturbate, e le previsioni stagionali sono favorevoli a estendere la sua influenza anche al Nord e le Alpi, con surplus di pioggia e neve, per altro con temperature nella media. Ma il tutto sarà da confermare.

 

Però, la tendenza teorica e dei modelli matematici stagionali, avvalorano la possibilità di un inverno dal meteo più nevoso rispetto agli ultimi dieci anni in Italia, specie nelle Alpi.

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